Nel napoletano non esiste il verbo dovere, e la necessità si esprime con l’aiuto del latino: have’ ’a. Il dialetto più antico d’Italia, figlio di Roma e di Grecia, non conosce l’urgenza del fare. Il parlante medio, ignaro di questa lacuna, confonde così obbligo e possibilità: si havessa, ch’avessa, nunn havessa, possiedono allo stesso tempo il significato di dovere e potere.
Il napoletano ha una grammatica rigida, ma è filologicamente scorretto. I suoi principi sono quelli della poesia: il ritmo, l’immagine, l’ambiguità del significato. È per questo che alla lengua nostra manca anche il verbo ‘amo’, poiché difettando nel condizionale, confonde il desiderio con l’eventuale.
Che io sappia, nemmeno in alcun dialetto dell’Italia settentrionale esiste il verbo “amare”.
RispondiEliminaMi ha poi incuriosito che tu definisca il Napoletano “il dialetto più antico”. È un’espressione iperbolica o c’è qualche attestazione in quel senso?
non sapevo di questa lacuna nei dialetti del Settentrione. Sul dialetto più antico d'Italia ho chiaramente utilizzato un'iperbole. Dopotutto è un pezzetto lirico...
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