Non ci sono riuscito, le dita
che contano ancora
[le vedi suonare
la musica scema dei sordi e a
Parigi in un
[vecchio motel
tu mi facevi l’amore sui bordi
del letto e in
[silenzio
lavavi le ascelle e le cosce
in un mutuo pudore
su quel letto ora piangi, o
forse su un altro, ma
[piango anche io
al rumore del phon che ti
usciva i capelli, quando ancora ci avevi le punte
le voci del freddo le aeree
parole sull’uscio di un bel ristorante, e poi l’aeroporto
nel
vuoto silenzio del mondo
il tabacco mal spento, con la
punta dei piedi le
[piazze
che girano ancora le piazze
che girano qui nel nuovo silenzio di nuovo in silenzio di nuovo
mi dici le scarpe ed i piedi,
i modi in cui poggi per terra le punte e i talloni
cammini male
come se fossi costantemente su
un filo ma a volte però tu mi vedi lo vedi che a volte io so
[camminare
è la testa lo sai che è la
testa e poi gli occhi ma lo sai che ore sono e che ho ancora cinquantadue euro
nella tasca sinistra del bomber o forse la destra non so non ricordo
[oppure
non voglio
più
dirtelo
le parole che poi mi dimentico
come i vestiti e i colori e le facce, ti ricordi di quando
[salimmo
sulla parte più alta della
torre di ferro
c’era vento
2.
tu lo sai che io non ci credo,
che la linea del tempo per me non ha senso
non ha senso ordinare i
ricordi ma ha senso
[suonarli
forse
nella musica scema che io so
suonare e che tu pure suoni ma in modo diverso
forse ci siamo incontrati per
farci soffrire o forse è un po’ troppo cattivo parlare così
però a me piace suonare e una
volta hai voluto ascoltarmi ma hai pianto
io poi non avevo capito se non
ero bravo a suonare o se tu non avevi capito che avevo suonato per te
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