Il cinese non possiede l’alfabeto, e ai suoi parlanti non si insegna a scrivere, si insegna a disegnare. Il pittogramma è infatti una ‘parola disegnata’, un’unità minima di significato di senso compiuto. Il cinese in quest’ottica non separa concetto e parola, immagine e pensiero; come il greco – più del greco – in questa lingua le res corrispondono ai verba, le idee corrispondono a oggetti concreti e universalmente condivisi. Una peculiarità simile ha permesso agli antichi poeti di Qin di scrivere intere poesie con un solo carattere, un’unica immagine ripetuta per più versi, che nell’insieme del componimento assume plurimi significati.
È come quando tu racconti, Nina, come quando inventi càrole e pavoni sempre uguali, ma che ai tuoi occhi appaiono ogni volta diversi. È che forse nei nostri discorsi – come in quelli dei bambini – non c’è più distinzione tra il segno e il suo possibile significato.
Nessun commento:
Posta un commento